L'esplorazione

 

La Luna, a causa della sua vicinanza alla Terra, oltre a essere stata oggetto di ripetute e continue analisi telescopiche in questi ultimi secoli, è stata anche il corpo celeste verso il quale si è per primo indirizzato l'interesse delle esplorazioni spaziali, sia mediante sonde automatiche sia con navicelle munite di equipaggio. Già agli albori dell'era spaziale, nel 1959, la sonda sovietica Luna 3 aveva fornito le prime immagini della faccia nascosta della Luna. Il Ranger 7 fu invece la prima sonda americana, si era già nel 1964, che trasmise alla Terra una serie di immagini televisive della Luna, prima di infrangersi sulla sua superficie. Un ulteriore balzo innanzi nelle esplorazioni lunari fu dovuto alla sonda russa Luna 9, che nel 1966 effettuò il primo "allunaggio morbido". Le immagini da essa riprese mostravano un suolo notevolmente scabro, ricoperto di cavità e di rocce sparse. Nello stesso anno, anche il Surveyor i era in grado di inviare immagini riprese direttamente dalla superficie lunare e lo stesso fu fatto dai tre successivi Surveyor nei due anni seguenti. Gli strumenti di bordo di queste navicelle automatiche comprendevano anche sonde estremamente perfezionate e in grado di inserirsi nel materiale costituente la superficie del satellite al fine di stabilirne, con grande attendibilità, la composizione. Queste ultime missioni si inserivano in un contesto di analisi di importanza fondamentale alla luce dei programmi spaziali americani, che prevedevano di portare un uomo sulla Luna prima della fine degli anni Sessanta. A tal scopo era necessaria un'accurata scelta sia delle località candidate per un possibile allunaggio morbido, sia di quelle eventualmente più significative da un punto di vista geologico. In queste quadro, nel periodo 1966-1967, cinque sonde Lunar Orbiter furono immesse in orbita lunare al fine di esplorarne in dettaglio la superficie. Si ottennero così riprese sia verticali che oblique con risoluzioni anche dell'ordine del metro. Questo complesso di esplorazioni, molte delle quali già di per sé cariche di un notevole contenuto scientifico, è stato alla base della spettacolare serie, ben sette, di missioni Apollo, tra il luglio 1969 e il dicembre 1972. Per primo fu il modulo lunare dell'Apollo 11 a raggiungere il settore sud-occidentale del Mare della Tranquillità, il 20 luglio 1969 e, col successivo ritorno sulla Terra dei tre astronauti dell'equipaggio, quattro giorni dopo, furono disponibili 22 kg di campioni di rocce e suolo lunari. Le località di atterraggio dell'Apollo 11 e 12 furono scelte sulla base delle riprese dei Lunar Orbiter, che avevano individuato aree aventi una morfologia piuttosto blanda e un ridono numero di crateri presenti nella zona. Il criterio utilizzato quindi è stato quello della massima sicurezza per il carico umano. Nondimeno però la località scelta per l'Apollo il si trovava in prossimità degli altopiani ed era marcata da una serie di crateri secondari e di striature originantisi principalmente dal Cratere di Teofilo. Quella dell'Apollo 12, a sua volta, registrava i medesimi eventi ma originantisi da Copernico. Le successive aree sono state vagliate prevalentemente per il loro interesse geologico, anche se, per alcune di esse, come nel caso dell'Apollo 14, i problemi connessi con le fasi terminali della navigazione si sono dimostrati notevolmente complicati. Durante la missione dell'Apollo 15 ha fatto la sua comparsa un veicolo elettrico "fuoristrada", che è stato utilizzato dagli astronauti nel corso dei loro spostamenti. Lo stesso tipo di veicolo è stato impiegato nel corso delle missioni Apollo 16 e Apollo 1 7. Nel corso del 1970, intanto, l'Unione Sovietica aveva provveduto a inviare sulla superficie del satellite un veicolo spaziale automatico, il Luna 16, che dopo avere raccolto campioni del Mare della Fecondità, è stato in grado di riportarli, sempre automaticamente, sulla Terra. Nello stesso anno, un trattore automatico sovietico, il Lunokhod, sbarcato dalla sonda Luna 17, effettuò esplorazioni per distanze di circa 1 km dal punto di atterraggio della sonda stessa. In seguito, il Luna 20, nel 1971, riportava in URSS un carico di campioni lunari. Un altro Lunokhod fu successivamente deposto dal Luna 22, nel 1973, nel settore orientale del Mare della Serenità. I risultati complessivamente ottenuti hanno consentito di delineare un quadro piuttosto completo della storia geologica e della morfologia della Luna.

 

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